E’ facile imparare a cucinare, se sai dove farlo (a Roma)

Complice il boom dei talent culinari in tivù, scuole e corsi si sono moltiplicati a macchia d’olio. A Roma, ce ne sono per tutti i gusti, dal vegan al “solo donne”, dalla tradizione al vip in cattedra. Ecco i consigli della rete per orientarsi in un mare tanto vasto e affollato. Ed evitare le bufale. Chiunque può cucinare, sosteneva chef Auguste Gusteau nel divertente Ratatouille. Già, ma meglio sarebbe, aggiungiamo noi, imparare a farlo con il maestro giusto. Missione oggi più complicata del previsto. E non certo perché sia difficile trovare una scuola o un corso di cucina nella propria città. Il problema, semmai, è l’opposto: complice il boom dei talent culinari e la sovraesposizione mediatica della figura dello chef, i luoghi dove apprendere il mestiere, a livello amatoriale o professionale, si stanno moltiplicando come funghi. E, specialmente in una città grande come Roma, orientarsi può essere davvero difficile. corsi di cucina Fino a vent’anni fa, nella Capitale, erano davvero in pochi a contendersi gli aspiranti Cracco o Marchesi. La più longeva delle scuole è Pepe Verde, inaugurata nel 1989 a pochi passi dal Pantheon, e ancora oggi tra le istituzioni di questo genere più prestigiose d’Italia, da cui sono passati oltre 50 mila allievi. Risale invece al ’91 l’apertura di A tavola con lo chef, a Prati, che offre corsi professionali, amatoriali e lezioni a soggetto ed è specializzata, in particolare, in pasticceria e pizzeria. Sono poi arrivati, nel 2003, i corsi di formazione del Gambero Rosso(anch’essi professionali e amatoriali) che di recente, al passo con la tendenza del momento, si sono arricchiti di una specializzazione in più: il master in comunicazione e giornalismo enogastronomico. Da allora, la moltiplicazione di cattedre e mestoli è stata esponenziale. Oggi si possono trovare corsi di qualunque genere: da quelli specifici per imparare a fare il sushi a quelli rigorosamente al femminile, dal cake design, in assoluto la tendenza del momento, alla cucina celiaca, dal vegan alla tradizione. A questi si aggiungono poi le strutture gestite da vip presi in prestito dal piccolo schermo: ultima in ordine di tempo la scuola di cucina di Anna Moroni,  la “Annina” che le casalinghe di tutta Italia conoscono per le gag con Antonella Clerici durante le mattinate de La Prova del Cuoco. In un mare tanto vasto e affollato, come fare per stare alla larga dalle bufale? La cosa migliore, probabilmente, è partire da qualche domanda essenziale. Che tipo di formazione stiamo cercando, amatoriale o professionale? Quanto tempo, e quanti soldi, siamo disposti a investire? Abbiamo in mente un corso base o desideriamo concentrarci su un aspetto particolare della cucina (dolci, antipasti, vegeriana)?

Una volta fatta chiarezza sul nostro obiettivo, è tempo di passare alla ricerca della scuola adatta. Le più importanti, e affidabili, hanno siti internet in cui sono spiegate in maniera dettagliata tutte le informazioni del caso: target, preparazione richiesta agli allievi, costi e orari, eventuali specializzazioni e se sono previsti corsi a numero chiuso per accedere ai quali è necessario passare una selezione.abbacchio_alla_romana

In mancanza di tali indicazioni, sempre meglio fare una telefonata o parlare di persona con i responsabili: prima di cominciare, è bene sciogliere davvero ogni dubbio. Noi, nel frattempo, abbiamo scovato un po’ di segnalazioni e consigli a spasso per la rete. Tolte le già citate A tavola con lo chef, Gambero Rosso e la blasonatissima Cordon Bleu, vale la pena di dare un’occhiata alle offerte di Coquis, Ateneo Italiano della Cucina, in zona Flaminia:

una struttura all’avanguardia, pensata per cuochi professionisti, che dispone anche di corsi amatoriali. In “cattedra” chef come Anthony Genovese e Riccardo di Giacinto, ottime le recensioni. Ancora, a Prati, c’è Cuoche per caso, associazione e scuola esclusivamente amatoriale che propone, tra gli altri, corsi di cucina base, tradizionale, di pasticceria e cake design e per bambini. Per gli amanti di rigore ed eleganza, a Parco di Veio c’è la scuola diretta da Igles Corelli, Les chefs blancs, con corsi professionali, semiprofessionali ed amatoriali. Da segnalare, infine, i corsi di Congusto, adattissimi, assicura la direzione, anche ai neofiti assoluti.

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Il termine CORESTAURANT è parte di un marchio registrato e contraddistingue  location o ristoranti aperti al pubblico che offrono ai loro clienti la possibilità di cucinare come nel proprio “ristorante per un giorno”.

La gestione dell’uso del marchio Qking Corestaurant si ispira all’idea di social business  teorizzata dall’economista premio Nobel Muahammad Yunus: i locali (o location) che intendono utilizzare il format e il logo Corestaurant  si impegnano a  versare  tra il 3-5% dell’affitto a organizzazioni non governative che lottano contro la povertà in maniera efficace, efficiente e con bilanci trasparenti.

Per sapere di più, manda una email a info@corestaurant.it

 

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