Chef al cinema: LA CUOCA DEL PRESIDENTE

AAA. Lavoro Offresi: Presidente del Repubblica cerca Cuoco personale, richiedesi media esperienza, passione, disponibilità a cambiare residenza. Il lavoro prevede dai sei ai dodici pasti al giorno.

Un giorno qualcuno viene a chiedervi se siete disponibili a diventare il cuoco personale del Presidente della Repubblica del vostro Paese. Cosa rispondete?

Questo è accaduto nella realtà a Danièle Delpeuch, proprietaria di un agriturismo nella campagna francese. Il presidente Mitterand non voleva nella sua cucina uno chef stellato, ma qualcuno capace di riprodurre i piatti della sua infanzia. Una cucina semplice e genuina che gli portasse in tavola il meglio della Francia dal punto di vista della qualità dei prodotti.

Da questa bizzarra storia è stato tratto un film uscito da poco in Italia dal titolo “La cuoca del presidente” interpretato, con grande grazia, da Catherine Frot per la regia di Cristian Vincent.pres2

In breve la trama narra del tempo che Hortense passa nella piccola cucina dell’Eliseo. Dei difficili rapporti di palazzo. Del conflitto tra un’idea di cucina che mira alla qualità degli alimenti e all’armonia delle portate, con l’ approccio da grande mensa, seppur di qualità, della “Cucina Centrale” che serve tutti gli altri dignitari.

Questo gioco di opposizioni ci aiuta a capire, senza diventare didascalico, la differenza tra un Ristorante di Qualità e un Grande Ristorante. Per Hortense sono importanti le provenienze, i produttori, i metodi di preparazione, perfino i nomi dei piatti. Le grandi macchine possono servire ma non devono diventare le protagoniste, inoltre la rabbia e la violenza verbale  paiono controproducenti in un ambiente  che ha come scopo la creazione di armonie: di sapori, di colori, di odori.

La vita e la cucina si fondono nella personalità  della protagonista, che si butta nella sperimentazione di nuove esistenze e di  nuovi sapori con lo stesso slancio, non smettendo mai di ricercare dentro ogni nuova esperienza le proprie radici umane e culinarie.

I piatti e la vita per lei sono fatti di frammenti che solo la memoria e la sapienza possono legare perché sia possibile nutrirsene.

Con la stessa capacità di amalgamare anche il regista di questo film riesce a far convivere nella storia elementi apparentemente distanti. Dopo l’esperienza dell’Eliseo Hortense infatti andrà a cucinare per un gruppo di operai in un isola deserta persa nei mari del sud. Da li, da quella cucina spoglia, inizierà a ricordare il suo passato, mischiandolo lentamente col presente, fino a incorporarli entrambi per giovarsene in futuro.

La scena, a nostro avviso,  è quella in cui il Prepressidenta, preso da un momento di golosità, va di persona in cucina e si fa preparare una bruschetta col tartufo. A certi livelli la semplicità è una conquista… sempre che il tartufo possa mai definirsi “semplice”.

Dopo aver visto il film ci siamo incuriositi e  siamo andati a cercare altri cuochi di Capi di Stato, riuniti nel club Chef des Chef, per sapere cosa si mangia nelle loro inaccessibili sale da pranzo.

E cosi abbiamo scoperto che Alberto di Monaco preferisce la cucina mediterranea e uno dei suoi piatti prediletti, a detta del suo Chef Christian Garcia è il suofflè di branzino su mousse di lattuga; la Famiglia Reale Inglese ama i piatti tradizionali, dice il cuoco di corte Mark Flanagan, zuppe, verdure e soprattutto selvaggina cacciata nei boschi Reali. Alla tavola della cancelliera Angela Merkel, invece, il piatto che va di più è la Saverbraten, una zuppa di manzo cotta a lungo in salsa agrodolce, specialità di Bonn.

E, per finire, non poteva mancare una sbirciatina nella cucina del Quirinale dove Massimo Sprega e Fabrizio Boca, a servizio sul Colle da 16 anni, ci rassicurano sul fatto che pur cambiando il Presidente (hanno lavorato durante il settennato di Scalfaro, Ciampi e Napolitano) nelle alte sfere imperano ancorai i  piatti tipici della nostra tradizione, rivisti e corretti secondo lo stile dell’alta cucina. I gusti cambiano secondo la provenienza regionale del Presidente, ma la pizza  e i cannelloni, per esempio, resistono al tempo e alle mode.

Il trailer del film

Il termine CORESTAURANT è parte di un marchio registrato e contraddistingue  location o ristoranti aperti al pubblico che offrono ai loro clienti la possibilità di cucinare come nel proprio “ristorante per un giorno”.

La gestione dell’uso del marchio Qking Corestaurant si ispira all’idea di social business  teorizzata dall’economista premio Nobel Muahammad Yunus: i locali (o location) che intendono utilizzare il format e il logo Corestaurant  si impegnano a  versare  tra il 3-5% dell’affitto a organizzazioni non governative che lottano contro la povertà in maniera efficace, efficiente e con bilanci trasparenti.

Per sapere di più, manda una email a info@corestaurant.it

 

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