Sopravvivere in cucina!

Volete abbandonare il vostro buon lavoro, i vostri orari ragionevoli in condizioni umane per intraprendere la carriera di Chef? Ecco a voi alcuni consigli per imparare a sopravvivere in una cucina affollata nei momenti di massimo stress!Questo è vademecum che abbiamo trovato, e tradotto per voi,  nel sito Gourmetguy.

“Il primo consiglio che si può dare è: se non siete proprio convinti, se non passate minimo metà del vosotr tempo sognandovi ai fornelli, lasciate perdere! Fare il cuoco è un lavoro duro, estenuante che richiede una sorta di “fuoco sacro”.

Se comunque non ne potete fare a meno, il requisito fondamentale per diventare Chef si riassume tutto in una sola parola: coltello.  E c’è solo un modo per sviluppare questa competenza: la pratica. Andate in un supermercato comprate dei sacchetti di carote e imparate a tagliarle della dimensione di un quarto di unghia, più velocemente possibile. Prendetevi dei pomeriggi liberi, passate notti insonni, e tagliate, tagliate carote fino a che diventerà automatico per voi, fino a che il coltello sarà solo un prolungamento della vostra mano. Questa capacità vi farà amare, rendendovi indispenchef-hat-with-ladelsabile in ogni cucina in cui vi troverete a lavorare.

Prendetevi un paio di settimane di ferie e utilizzatele per lavorare gratis nella cucina di un ristorante, lì potrete capire l’ambiente e come i cuochi interagiscono tra di loro. Vedrete che la prima cosa che si impara in una cucina è dove “non stare”. Quando il lavoro diventa frenetico l’importante è portare avanti il proprio compito ma soprattutto non ostacolare quello altrui. I primi tempi sbatterete continuamente addosso agli altri, si tratta di uno spazio stretto dove tutto deve muoversi come un ingranaggio ben oliato.

Il più grande nemico e il più grande alleato, in cucina,  è il tempo. Dovete imparare a lottare per lui, a rubarlo, a rispettarlo e ad accumularlo. Grattare cinque secondi su ogni comanda, vi farà acquistare minuti e sono i minuti che trasformano un servizio in un buon servizio. Tenete tutto sotto controllo, cercate sempre di sapere quali piatti mancano per completare un tavolo. Cercate di capire il gergo, i segnali tipici della cucina dove lavorate. Ogni luogo ha il suo linguaggio e conoscerlo significa poter interagire.

Se lo Chef vi dice “lo voglio ora” ricordate che a lui non interessa se state facendo un altro ordine, dovete fare quello che vi chiede, il più velocemente possibile, recuperare il tempo perduto sarà un problema vostro.

Non siate egoisti ma assicuratevi di avere tutto: ciotole, piatti, pinze e via dicendo prima di lasciare che qualcuno si prenda qualcosa che possa esservi utile.

Imparate da chi vi circonda ma, come si dice, “rubate con gli occhi”. Lo Chef è stramaledettamente occupato e non può essere disturbato dalle nostre continue domande.”

La cucina è il motore di una nave che deve attraversare un mare che spesso è in tempesta, portando tutto l’equipaggio in porto, se davvero non soffrite il mal di mare, né avete paura degli urli del nostromo allora imbarcatevi!

 

 

 

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Il termine CORESTAURANT è parte di un marchio registrato e contraddistingue  location o ristoranti aperti al pubblico che offrono ai loro clienti la possibilità di cucinare come nel proprio “ristorante per un giorno”.

La gestione dell’uso del marchio Qking Corestaurant si ispira all’idea di social business  teorizzata dall’economista premio Nobel Muahammad Yunus: i locali (o location) che intendono utilizzare il format e il logo Corestaurant  si impegnano a  versare  tra il 3-5% dell’affitto a organizzazioni non governative che lottano contro la povertà in maniera efficace, efficiente e con bilanci trasparenti.

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